Un “viaggio privato”, lungo le faglie della memoria.
di Antonio Vargiu
Terminati i viaggi “ufficiali” ho approfittato del fatto di essere vicino a uno dei miei paesi adottivi, Fiastra, in provincia di Macerata, all’interno del “cratere” del terremoto. Il terremoto è frattura, ma fa anche affiorare i ricordi.
Seconda casa, sì, ma per modo di dire: le estati vissute in questo paese sono state tante, così come tanti i parenti acquisiti, andati via ad uno ad uno. E il cimitero è quello di mia moglie.
Viene la sera, si fa conversazione, i vicini raccontano tante storie, per lo più collegate agli avvenimenti dello scorso anno, che, poi, non è così lontano, visto che la terra si è fatta sentire più e più volte, quasi non ha smesso di tremare.
Tra queste storie una mi ha colpito in particolare: riguarda una piccola realtà, una frazione assurta da poco a grande notorietà perché è quella di “nonna Peppina”, la nonna che non vuole abbandonare il proprio paese, San Martino di Fiastra.
Tra le cose da fare e che non sono state fatte c’è il cimitero, ancora semidistrutto e in condizioni miserevoli. Certo, le priorità sono i vivi –si dirà-, ma appunto di questo si tratta. Dalla “faglia del cimitero” sono messi a nudo i ricordi, rischiano di essere estirpate le radici, che sono la vita degli uomini, ciò che li lega alla terra, la motivazione per continuare a resistere alle avversità della natura.
Sono, inoltre, venuto a conoscenza che – per sollecitare concretamente le autorità preposte- è in corso una “raccolta fondi” promossa da privati cittadini per ridare una sistemazione dignitosa al cimitero.
Ma di più, c’è un libro in cui il paese si racconta collettivamente, c’è un progetto animato da una persona nativa del luogo, Agata Turchetti, impegnata ad organizzare la resistenza alla distruzione portata dal terremoto, distruzione che rischia di essere non solo fisica, ma anche culturale.
IL PROGETTO
Per illustrarlo ci serviremo di brani tratti da una bella recensione e illustrazione dei contenuti del libro, pubblicata su “Lo specchio –magazine” del 5/12/17 da Raimondo Giustozzi.
Il libro è un canto a più voci di quanti sono nati nella piccola località marchigiana, vi hanno vissuto “Il terremoto che ha portato via le case, rischia di demolire i ricordi; è compito primario coltivare la vita della memoria e la nostalgia del futuro, viatico essenziale a una meno remota ricostruzione materiale quando supportata da una ricostruzione morale” (Cfr. Le faglie della memoria. La comunità di San Martino di Fiastra tra nostalgia del passato e volontà di futuro, a cura di Agata Turchetti, pag.25, Incontra, Fermo, Marzo 2017). San Martino è una delle tante frazioni di Fiastra, comune in provincia di Macerata. E’ la località di nonna Peppina, Giuseppina Fattori Turchetti, la mamma di Agata e Gabriella Turchetti. Di lei hanno parlato la stampa e la televisione nazionale per essere stata sfrattata dalla casetta di legno e costretta a vivere in un container dopo il terremoto, essendo stata dichiarata la propria casa inagibile.
Gli anni della propria infanzia e della propria giovinezza o di chi vi ha trascorso indimenticabili soggiorni, ubriacati dagli splendidi paesaggi mozzafiato: “San Martino di Fiastra chiude su orti, pollai e comignoli, appoggiandosi su sfondi lontani di alture, talaltra di spazi che scivolano verso il basso, o ancora si dilatano improvvisi, quasi a percuotere il cielo… Ci vuole tempo per capire la natura del luogo. Un museo della natura, un po’ foresta un po’ orto botanico, si rivela ospitare una incredibile varietà di specie animali” (Gianfranco, Prima, pagg. 11- 12). “Questo libro, nato dalla vicinanza dolente di persone generose, vuole raccontare la tristezza di ieri e di oggi ma anche la speranza, non fondata su parole vuote e promesse da marinaio, di tornare” (Agata, Introduzione, pag. 18).
Il sisma del 23 e 24 agosto 2016, avvenuto di sera e di notte, trova molti ancora in strada, a Moreggini, una delle tante frazioni di Fiastra, assieme a Colli, Bolognesi, Fiegni. Un ossimoro serve più di ogni giro di parole a fotografare la devastazione portata dal terremoto: “Il rumore che li riassume tutti è quello del silenzio che regna incontrastato lungo le strade e nei paesi deserti, in intere aree nelle quali la natura ha ripreso il sopravvento sull’uomo e sulle sue opere” (Laura, pag. 33).
La mattina presto del 30 ottobre 2016, il terremoto fa davvero paura: “La terra ondeggia sotto i piedi. Zolle come onde del mare. Impossibile mantenere l’equilibrio. Mi sento perso, immobilizzato dal terrore di una natura isterica ed epilettica che mi aggredisce. Ecco come ci sentiamo in questi giorni. Petali strappati. Fragili e incapaci. Crollano case, palazzi, certezze, storie, vite, ricordi, sogni, progetti. Crolla il pranzo domenicale dai nonni, coi parenti e gli amici” (Paolo, E la terra serrò i denti, pag. 40). C’è rammarico ma anche volontà di resistere: “I mercatini, i concerti, i convegni si sarebbero dovuti svolgere nei luoghi, dove il sisma, con più ferocia ha aggredito abitazioni e attività produttive, per dimostrare che lì la vita non è finita, che quelle comunità potevano continuare ad esistere e resistere” (Paola Calafati, Terremoto Centro Italia. Anche oggi, pag. 41)…
Una parte terza del volume raccoglie scritti di Agata, di Cristina e Marina, di Angelo, di Mario, Gabriella e Gianfranco (Brandelli di resilienza, pagg. 107- 133).
Con l’acquisto del volume si contribuisce alla ricostruzione del cimitero di S. Martino di Fiastra distrutto dal terremoto. Sono 135 pagine che si leggono con il cuore in gola e con tanta partecipazione emotiva.
IL SITO ADERISCE ALLA DONAZIONE PER CONTRIBUIRE ALLA RICOSTRUZIONE DEL CIMITERO DI S.MARTINO DI FIASTRA
Il libro
Le faglie della Memoria
La comunità di San Martino di Fiastra tra nostalgia del passato e volontà di futuro
a cura di:
Agata Turchetti
Fotografie di:
Gianfranco Bucich
Gabriella Turchetti
Formato: 15×21 cm
pagg. 136 / saggio illustrato / brossura
ISBN 978-88-99359-06-5
Edizioni Micropress, 2017
Prezzo: Euro 10,00
Questa pubblicazione esprime la voce di una comunità che al cospetto di un dramma collettivo ha sentito ancora di più il bisogno di ascoltarsi, come a voler cantare e gridare la propria identità. Le stesse testimonianze, nel loro insieme, vogliono esprimere quasi una sorta di documento fondante, di un’ipotesi di progetto che si sviluppi nella concretezza materiale di una ricostruzione, le cui basi però affondano, per memoria e speranza, in un sentimento etico.
Agata Turchetti ha perseguito, per decenni, l’obiettivo di rendere la scuola pubblica di cui era responsabile, luogo per l’apprendimento e vivaio di relazioni umane, in cui i bambini avessero l’opportunità di desiderare e coltivare la bellezza, attraverso la cura del corpo, della mente, dell’ ambiente, dell’arte. Così a scuola hanno trovato cittadinanza la scherma, la vela, gli scacchi, la pratica musicale, il coro, la junior band e gli orti didattici e poi il teatro e l’amore per i libri e l’utilizzo guidato delle tecnologie. Attualmente coordina la rete provinciale maceratese delle scuole ad indirizzo montessoriano, già artefice dell’istituzione iniziale. Vorrebbe trasferire i medesimi valori pedagogici nelle attività formative offerte dall’Unitre di Civitanova Marche.
Come effettuare la donazione
Tramite bonifico intestato a:
Agata Turchetti, via Martiri delle Foibe 16/C, 62012 Civitanova Marche (Mc)
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Al prezzo di copertina del volume (o al totale dei prezzi di copertina dei volumi ordinati) va sempre aggiunto:
– € 1,70 / Spedizione “PIEGO DI LIBRI”
(Spedizione per libri, non tracciabile: necessita di 5 gg. lavorativi per la consegna).
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In ogni caso, per richieste particolari o ulteriori informazioni, mettiamo a disposizione l’email di Agata Turchetti che è la seguente:
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Visto che si tratta di una donazione, l’invito è di versare, se possibile, una cifra superiore al prezzo del libro e al costo della spedizione.
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