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L’incontro di Genova si è concluso, verso la fine della mattinata con la presentazione del mio nuovo libro “Eppure la vita”, con la simpatica introduzione e partecipazione della giornalista Giada Campus, che si è alternata con l’autore nel recitare alcune poesie. Si apre, quindi, un nuovo ciclo di rapporti con la gente che mi segue e che mi ha rinnovato la sua simpatia.

Qui di seguito riporto la seconda parte del mio articolo apparso sul numero speciale di “Partecipare”, in cui espongo il senso del mio scrivere versi e degli strumenti che sto usando per mantenere un rapporto il più possibile continuo con chi ha il piacere di seguirmi.

Un nuovo libro:“Eppure la vita”.

di Antonio Vargiu

Intanto una prima risposta a quanti si mostrano sorpresi: che c’entra la poesia con il sindacato?

Ebbene a tutti questi vorrei ricordare alcuni fatti: noi siamo quelli che, tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’70, hanno “inventato” e diffuso le 150 ore per tutti i lavoratori, compresi quelli scartati ed esclusi dallo studio “regolare”. Siamo quelli che hanno voluto dare a tutti la possibilità di incrementare la propria cultura, ricostruita a partire dalle proprie, spesso dure, esperienze, siamo quelli che hanno portato gli operai a teatro o ai concerti, ma che hanno dato loro anche gli strumenti per creare una propria espressione culturale ed artistica.

La poesia scaturisce da uno scavo in profondità sulla nostra condizione umana, sul nostro contesto sociale e personale.

C’è, da una parte, un forte lavoro sulla forma, dall’altra, per quanto riguarda i contenuti, si vuole mettere a disposizione di tutti un’esperienza di vita, quella di uno dei tanti militanti sindacali della nostra organizzazione, spesa nell’impegno a favore dei più umili.

Insieme con questo l’intento è anche quello di riscoprire il filo conduttore delle lotte finora sostenute: che, cioè, il lavoro è il riscatto dell’uomo e il motore della storia (ricordate la canzone “la storia siamo noi…”?).

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Entrando nel merito del nuovo libro “Eppure la vita”, incominciamo a dire alcune cose.

La prima è che un libro di poesia è praticamente una scommessa. Il primo motivo è che oggi sembra che il libro, quello “fisico”, sia un pò in ribasso. Noi continuiamo però a crederci, ma per chi ritiene meglio, o comunque più comodo, leggerlo su dispositivi mobili abbiamo messo a disposizione anche una versione ebook!

Nello stesso tempo, rispetto alla platea dei possibili lettori, continua ad esserci il rifiuto di rivolgersi solo ai cosiddetti “esperti letterari” o a “club ristretti” di appassionati, che si riuniscono solo per leggere poesie. Intendiamoci: leggere poesie fa sempre bene, non è sempre facile esercitarsi ad una lettura non frettolosa e ad una ricerca dei significati più profondi. Ma l’assunto è: tutti le possono leggere, tutti le devono poter capire.

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Per questo motivo mi piace credere che il mio libro andrà in mano a chi comunque si impegna a leggerlo e, ovviamente, se del caso, anche a criticarlo.

La scelta del titolo “Eppure la vita” ha questo fondamentale significato: nonostante tutti i suoi problemi e dolori, la vita vale la pena di essere vissuta fino in fondo, cercando di superare meccanismi abitudinari e il tran tran, cercando di vivere in piena coscienza tutto il proprio tempo, prima di accorgerci che è stato troppo breve.

In ogni caso si vuole esprimere una “gioia di vivere” non certo ingenua, ma che resiste nonostante tutte le contraddizioni, i problemi e i dolori che la accompagnano.

A fianco di questo crescono le domande sul senso della vita degli uomini, su una meta finale che non può non andare, come dalla promessa di Cristo, oltre questa nostra esperienza: “cieli nuovi e terre nuove” che noi confidiamo di conoscere un giorno.

Un circuito di diffusione e di comunicazione

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Continua ad esserci, dunque, un’esigenza interiore: comunicare pensieri, ragioni e sentimenti ad una “cerchia” di amiche ed amici, che mi seguono con simpatia e che sono più delle famose “zie” di cui parlava Corrado Augias, quando le indicava come uniche lettrici di scrittori di versi nati al di fuori del classico “circuito letterario”.

Tutto questo mi viene confermato dalla esperienza che ho potuto vivere negli ultimi anni. Negli incontri che ho avuto, a partire da quello di Genova, molte sono state le testimonianze, non solo di apprezzamento, ma soprattutto di incoraggiamento a continuare sulla strada intrapresa.

Si è andato, quindi, via via perfezionando un ragionamento sugli “strumenti della comunicazione”, che oggi possiamo avere a disposizione.

La “prima pietra” continua ad essere costituita dal libro, di cui continuo ad apprezzare la sua “fisicità”, comprese le “righe nere” sulla pagina bianca!

Ma da solo il libro non basta. Ecco, quindi, prendere forma, a poco a poco, un progetto più ampio.

Innanzitutto gli incontri personali: sono molto importanti e consentono un reciproco arricchimento. Si farà quindi di tutto per incrementarli in maniera sostanziale.

Poi per ragionamenti sulla poesia, ma anche -ogni tanto- per pubblicare alcune mie poesie “inedite”, è a disposizione, da più di un anno, il sito www.antoniovargiu.it (almeno una metà, l’altra è dedicata a tematiche sindacali), che continuerà a vivere e a cercare di venire incontro alle richieste fatte dai suoi visitatori.

Da poco, inoltre, ho anche iniziato a “produrre” delle clip, inserite in un “canale youtube”.

Il progetto “spettacolo”: dalla “prima” di Cremona una spinta per ulteriori repliche!

Poi ci sono altri progetti, tra i quali il più bello e ambizioso è costituito da uno “spettacolo con espressioni multi artistiche (recitazione, canzoni, musica, danza, pittura ecc.)”, la cui “prima” (meravigliosa) è andata in scena a Cremona il 21 marzo scorso e di cui continuerò a ringraziare Laura, una nostra bravissima delegata di Coop Lombardia. Replicare lo spettacolo è un’occasione che la nostra organizzazione non può perdere!

In conclusione, sono contento di poter condividere con voi questa avventura, che spero saranno in molti ad apprezzare.

(1) Le immagini si riferiscono al “Palazzo Rosso”, dove è stato presentato il libro, sulla famosa via Garibaldi situata nel centro storico di Genova.

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