DOPO LA TRAGEDIA DELLA DITTATURA E DELLA GUERRA,
LA SOLIDARIETA’ PER RICOSTRUIRE L’ ITALIA.
di Antonio Vargiu
Questo è il cuore del messaggio che ci viene da un avvenimento di 75 anni fa: la liberazione del Nord Italia da parte delle forze partigiane, che operarono in stretto collegamento (e, qualche volta, anche dissentendo) con gli anglo-americani, anticipandone l’arrivo in molte importanti città e impedendo la distruzione di fabbriche e di infrastrutture (Genova, Torino, Milano ecc.).
Questo, che deve rimanere un momento di orgoglio per il nostro paese, non fu solo un fatto d’armi, ma sfociò poi, nonostante le prime incrinature tra le forze politiche antifasciste, nella nascita della Repubblica e nella Costituzione.
Come afferma Carla Nespolo, presidente nazionale dell’Anpi (1) il 25 aprile 1945 è «la data simbolo che ha fondato l’Italia repubblicana e democratica». Le radici della nostra Costituzione affondano nella lotta di Liberazione e nella resistenza al nazifascismo, per questo è necessario alimentare la “memoria attiva” e tenere aperto il ponte con le nuove generazioni. E per fermare l’onda nera che tenta di riaffacciarsi sono decisive la cultura e la conoscenza”.
Contrapporre la resistenza al Coronavirus alla festa nazionale del 25 aprile: un non senso.
Ma lo fa il direttore del Giornale, Sallusti, che esclama “Adesso basta con questa farsa del fascismo e dell’antifascismo che ha avvelenato l’aria dal Dopoguerra ad oggi…”.
Come suol dirsi “la lingua batte dove il dente duole”! Al direttore dà fastidio che si ricordi e si riconosca che questa repubblica è stata fondata dalle forze che, alla fine, si sono ribellate ad una dittatura ed hanno costruito, pur tra mille difficoltà ed imperfezioni, una Repubblica fondata sulla democrazia e la libertà.
Ma che c’entra la lotta al virus con il voler dimenticare le proprie origini fondative?
Chi, oltre al ricordo, volesse darsi una spiegazione sul perché l’antifascismo si è mantenuto vivo e militante attraverso le molte generazioni che si sono susseguite negli ultimi 75 anni, basti pensare al filo nero di violenza che non è cessato purtroppo con il 25 aprile del ‘45, ma che ha avvelenato ed ha cercato di soffocare le spinte delle forze democratiche e progressiste per una sempre maggiore giustizia sociale.
Tutti abbiamo sperimentato questa presenza nefasta, prima e dopo il ’68, presenza che è arrivata ad essere strumento di forze che hanno voluto colpire direttamente il nostro paese e il movimento dei lavoratori.
“…Nella sala d’aspetto di seconda classe, affollata di viaggiatori –ricorda Paolo Bolognesi, presidente dell’”associazione tra i famigliari delle vittime della strage alla stazione di Bologna (2 agosto 1980)”- una bomba venne fatta esplodere, causando la morte di 85 persone e il ferimento di oltre 200. Chi aveva voluto, ideato e compiuto la strage più spaventosa della nostra storia repubblicana, pensava così che da quella stazione sventrata, da quelle immagini in bianco e nero, da quella ferita straziante, da questa piazza, potessero sorgere solo cadaveri, orrore e disperazione.
Invece no.
Come l’autobus 37, che da mezzo di trasporto per vivi diventò un mezzo per trasportare trasportare i morti, così le nostre vite avrebbero cambiato percorso, ma non si sarebbero fermate.
E così è stato…
Dopo anni di ostacoli e difficoltà di ogni tipo, la prima vittoria giudiziaria è arrivata con la condanna definitiva dei depistatori (i dirigenti del SISMI il generale Musumeci e il colonnello Belmonte, il faccendiere Pazienza e il gran maestro della loggia P2 Licio Gelli) e degli esecutori materiali (i terroristi fascisti Francesca Mambro, Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini).
o i …Il quadro non è ancora completo, soprattutto mancano i nomi dei mandanti e degli ispiratori politici e per questo, a 39 anni da quel terribile giorno, andiamo avanti e andremo avanti fino a quando la Giustizia non li avrà identificati e condannati.
… Connivenze tra NAR e Servizi segreti continuano ad affiorare nel corso delle udienze, smontando definitivamente la tesi…del cosiddetto spontaneismo armato. E’ chiaro che ai terroristi neri isolati dal mondo dei Servizi segreti ormai nessuno crede più..”.
L’antifascismo è ancora attuale
Per tutti questi motivi l’antifascismo è ancora attuale. Chi vuole veramente guardare in faccia la realtà sa che quanto accaduto prima del coronavirus rischia di tornare ad accadere, una volta terminata questa fase emergenziale.
Le “forze nere” avevano dato, infatti, molte prove della loro presenza ed azione: dalla caccia all’immigrato, all’impedire addirittura l’espressione di idee opposte alle loro, alla “conquista” di fette di territorio (basti pensare a quanto succedeva negli stadi di calcio) per imporre una specie di “legge della giungla”, dove comandano quelli che per Sallusti non esistono più, organizzati in forme quasi militari.
Vi invitiamo –tra l’altro- a rileggere quanto raccontato lo scorso anno a proposito del caso del prof. Antonio Calò, attaccato dai neofascisti per la sua scelta di apertura della sua famiglia a giovani immigrati di colore (2).
Coronavirus: un modo nuovo di vivere il 25 aprile.
Nonostante le speranze dei soliti “benpensanti”(sic!) di destra, che speravano nell’oblio sociale di questa festività, il ricordo e il messaggio che ci viene dalla Liberazione sarà –anche quest’anno- ben vivo, anche se, ovviamente, dovrà utilizzare gli strumenti della modernità “ai tempi del coronavirus”.
Ce lo spiega Fulvio Fulvi (3). , commentando il fatto che, per la prima volta, il 25 aprile non sarà vissuto come “una festa in corteo”, causa, ovviamente, delle disposizioni per combattere il flagello del virus.
“Eppure, mai come oggi c’è bisogno di un momento di unità del Paese in vista di quella ricostruzione morale, economica e sociale che si renderà necessaria dopo l’emergenza planetaria della pandemia dagli effetti devastanti. …a Milano, dove per tradizione si è sempre svolta la manifestazione nazionale promossa dall’Associazione dei partigiani d’Italia, l’inno di Mameli e i canti partigiani saranno lanciati in diretta da radio e tv locali per essere cantati nelle case, dalle finestre e sui balconi. «Vogliamo dare un segnale forte: sarà, come non mai, una Liberazione di tutti, al di là delle fedi politiche – sostiene il presidente dell’Anpi di Milano e provincia, Roberto Cenati –, una manifestazione nel nome della solidarietà e dell’unità, per riaffermare quanto diceva il partigiano Arrigo Boldrini, primo segretario nazionale dell’Anpi a proposito del valore della Resistenza, …: “Abbiamo combattuto assieme per riconquistare la libertà per tutti: per chi c’era, per chi non c’era e anche per chi era contro…”.
“Il messaggio di libertà del 25 aprile 2020 passerà in tutto il paese attraverso una “piazza virtuale”, un evento online e social che, supportato da diverse piattaforme digitali, avrà inizio alle 11 in punto: dopo l’inno nazionale interverranno la presidente dell’Anpi, Carla Federica Nespolo, la staffetta partigiana Maria Lisa Cinciari Rodano e Sara Diena, giovane studentessa di Libera.
Tre i temi che verranno affrontati quella Costituzione repubblicana da applicare e rendere viva ogni giorno con l’azione politica e l’impegno sociale: si tratta della lotta al nemico invisibile rappresentato dal virus delle diseguaglianze socio-economiche e della questione ambientale. E questa sarà anche l’occasione per presentare il documento nel quale viene lanciata una raccolta di fondi a sostegno di Caritas e Croce Rossa, impegnate nell’opera di ricostruzione dell’Italia nell’emergenza coronavirus”.
- Fabrizio Bonugli, Il giorno che tornammo liberi, intervista a Carla Nespolo, LiberEtà n.4, aprile 2020.
- Diario (d’amore, di lotta e…), La resistenza oggi: l’esempio del prof.Calò, n.46 marzo-aprile 2019.
- Fulvio Fulvi, Avvenire, mercoledì 8 aprile 2020.