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In questo inizio inverno di un anno strano ed “orribile”, in cui saremo costretti a vivere le prossime festività con poca allegria esteriore, chiusi più che mai in noi stessi in questo grande isolamento collettivo, senza il conforto di ritrovarci con le nostre “famiglie allargate”, riteniamo che certe parole ed intuizioni dei poeti ci aiutino a meglio inquadrare il senso della nostra vita.

E’ questo il più affettuoso e profondo augurio che ci sentiamo di fare a tutti i nostri lettori, con la speranza che un domani torneremo ad abbracciarci e a raccontare alla futura generazione il dramma vissuto.

Già da adesso manteniamo memoria di questa profonda lezione: abbiamo bisogno del pane per vivere, della cultura per comprendere, della poesia per sognare (a questo proposito vorrei dire a tutti che il sogno non è astrazione, ma la base di ogni costruzione umana).

 

Passiamo a presentarvi una piccola antologia di poesie dedicate all’anno e all’inverno che viene.

Iniziamo con  Charles Bukowski e una sua riflessione sul cambio dell’anno e sulla condizione dell’uomo: cosa rimane, una volta finita l’euforia dei festeggiamenti d’inizio d’anno? (1)

Foglie di palma

a mezzanotte in punto
1973-74
Los Angeles
ha cominciato a piovere sulle
foglie di palma fuori dalla mia finestra
i clacson e i fuochi d’artificio
erano svaniti
e tuonava.

ero andato a letto alle 21.00
spente le luci
tirate su le coperte –
la loro letizia, la loro felicità,
le loro urla, i loro cappelli di carta,
le loro automobili, le loro donne,
i loro ubriachi dilettanti…

la notte di Capodanno mi atterrisce
sempre

la vita non sa nulla degli anni.

adesso i clacson si sono ammutoliti
e i fuochi d’artificio e i tuoni…
tutto è finito in cinque minuti…
odo soltanto la pioggia
sulle foglie di palma,
e penso:
non capirò mai gli uomini,
ma è andata
anche questa.

Continuiamo con gli auguri di Erri De Luca (2).

 

 

Prontuario per il brindisi di capodanno

 

Bevo a chi è di turno, in treno, in ospedale,
cucina, albergo, radio, fonderia,
in mare, su un aereo, in autostrada,
a chi scavalca questa notte senza un saluto,
bevo alla luna prossima, alla ragazza incinta,
a chi fa una promessa, a chi l’ha mantenuta,
a chi ha pagato il conto, a chi lo sta pagando,
a chi non è invitato in nessun posto,
allo straniero che impara l’italiano,
a chi studia la musica, a chi sa ballare il tango,
a chi si è alzato per cedere il posto,
a chi non si può alzare, a chi arrossisce,
a chi legge Dickens, a chi piange al cinema,
a chi protegge i boschi, a chi spegne un incendio,
a chi ha perduto tutto e ricomincia,
all’astemio che fa uno sforzo di condivisione,
a chi è nessuno per la persona amata,
a chi subisce scherzi e per reazione un giorno sarà eroe,
a chi scorda l’offesa, a chi sorride in fotografia,
a chi va a piedi, a chi sa andare scalzo,
a chi restituisce da quello che ha avuto,
a chi non capisce le barzellette,
all’ultimo insulto che sia l’ultimo,
ai pareggi, alle ics della schedina,
a chi fa un passo avanti e così disfa la riga,
a chi vuol farlo e poi non ce la fa,
infine bevo a chi ha diritto a un brindisi stasera
e tra questi non ha trovato il suo.

 

Passiamo a leggere alcune “poesie invernali”.

 

Sole d’inverno

di Antonio Machado (3)

È mezzogiorno. Un parco.
Inverno. Bianchi viottoli;
monticelli simmetrici
e scheletrici rami.
Dentro la serra
aranci nei vasi,
e nella botte, dipinta
di verde, la palma.
Dice un vecchietto,
fra il suo vecchio se stesso:
-Il sole, questa bellezza
di sole!…- I bimbi giocano:
l’acqua della fontana
scivola, scorre, quasi muta,
la verdognola pietra.

Da Il Messaggero

 

Stelle d’inverno (4)

di Sara Teasdale,

Sono uscita di notte, da sola.

Il sangue giovane che scorreva al di là del mare

sembrava aver infradiciato le ali del mio spirito-

Duramente sopportavo il mio dolore.

Ma quando ho sollevato la testa

dalle ombre tremanti sulla neve,

ho visto Orione, verso est,

brillare costante come un tempo.

 

Dalle finestre della casa di mio padre

Sognando i miei sogni nella notte d’inverno,

guardavo Orione quand’ero bambina

al di sopra delle luci di un’altra città.

 

Passano gli anni, passano i sogni, passa anche la giovinezza.

Il cuore del mondo sotto il peso delle sue guerre si spezza,

Tutto è cambiato, tranne, verso est,

la fedele bellezza delle stelle.

 

Terminiamo questa sezione con un famoso haiku giapponese.

 

 Haiku

di Matsuo Bashō (5)

Languore d’inverno:

nel mondo di un solo colore
il suono del vento.

 

Chiudiamo infine questa pagina con la pubblicazione di due mie poesie (la seconda del tutto inedita).

La prima parla di solitudine del tempo d’inverno, che però è un momento fecondo in cui il seme muore, ma inizia a rinascere e c’è speranza, quindi, che tornerà l’alba con la sua luce.

 

Non cerco le rose a gennaio

 

Non cerco le rose a gennaio,

mi basta la luna e le stelle

di ghiaccio sopra gli alberi spogli.

Non cerco le rose a gennaio,

ma non dire

che la stagione è morta.

 

La gloria delle foglie d’autunno,

il suono di mille violini,

sono solo un ricordo.

 

Ma quello che marcisce

sotto la coltre di neve,

oh, quello che marcisce

sotto la bianca coltre di neve,

non è invano.

Nel silenzio solo un uccello solitario,

ancora di più il nostro cuore,

in attesa dell’alba.

 

 

Ma ci sono momenti di felicità anche d’inverno.

Gennaio a Roma – 11

 

Il cielo su Roma è così azzurro,

ghiaccio indaco il mese di gennaio.

Con questi colori ne farò un cammeo

per incorniciare il tuo volto sorridente.

 

Un altro giorno nella tasca dei ricordi:

mi farà compagnia

il loro allegro tintinnio.

 

 

 

  • Charles Bukowski (1920-1994), Foglie di palma, traduzione di Natale Fioretto.
  • Erri De Luca(1950), Prontuario per il brindisi di capodanno (da L’ospite incallito, Einaudi 2008).
  • Antonio Machado, poeta e scrittore spagnolo, tra i maggiori di tutti i tempi, appartenente alla cosiddetta generazione del ’98. Nato a Siviglia il 26 luglio 1875, morto a Collioure (Francia) il 22 febbraio 1939.
  • Sara Teasdale, poetessa statunitense, nata l’8 agosto 1884 a St.Louis, Missouri, Stati Uniti, morta il 29 gennaio 1933 a New York. La traduzione della poesia è di pinkcherrytai, che l’ha pubblicata sul sito “la sottile linea d’ombra” il 3 gennaio 20’18.
  • Matsuo Bashō, poeta giapponese dl periodo Edo. Nato a Iga nel 1644, morto a Osaka il 28 novembre 1694.

Haiku: componimento poetico breve composto da 17 sillabe secondo lo schema 5/7/5.

 

 

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