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E’ con grande soddisfazione, anche personale, che presentiamo in questo numero, nella sezione dedicata ai “sindacalisti/poeti”, Luca Visentini, amico e compagno di tante lotte sindacali a partire dagli anni ’90, in cui abbiamo militato nella stessa organizzazione, la Uiltucs, io con un incarico a livello nazionale, lui come segretario generale della categoria nel Friuli Venezia Giulia.

Ora, come potete vedere nel box dedicato ad una sua breve biografia, Luca Visentini di strada, in campo sindacale, ne ha fatta -e tanta!- visto che in questi giorni (29 settembre/2 ottobre 2015) sarà eletto –nel Congresso che si terrà a Parigi- segretario generale della Ces (Confederazione europea dei sindacati), in quanto già designato, a maggioranza, come candidato unico dall’Esecutivo della stessa Confederazione.

BIOGRAFIA
Luca Visentini nasce a Udine 46 anni fa.
Entra alla Uil (dopo una esperienza negli organi di rappresentanza dell’università, dove ha studiato filosofia) nel 1989, ricoprendo inizialmente l’incarico di responsabile regionale Uil giovani. Alla fine del 1989 viene eletto Segretario regionale della Uiltucs, il sindacato di categoria del commercio, del turismo e dei servizi, incarico che ricopre fino al 1996. Successivamente viene eletto in seno alla segreteria regionale della Uil del Friuli Venezia Giulia e, alla fine dell’anno, ne diventa il Segretario generale, oltre che Segretario generale della Camera confederale del lavoro della Uil di Trieste.
Vive tra Trieste e Bruxelles, dove ha operato come segretario confederale della Ces (il sindacato europeo)ed ora si accinge a diventarne il segretario generale.
È attivo in numerose realtà culturali nei campi del teatro e della letteratura.
Poeta, scrittore di racconti e drammaturgo, ha pubblicato, in precedenza, altre due raccolte poetiche, Traduzioni perdute (2004) e Goffi erotismi pagani (2007).
Suoi testi sono presenti in varie antologie.
 

Qui parliamo del suo ultimo libro di poesie “Prima della rivoluzione”.

Sono due i risvolti che ci vengono prospettati. Il primo è quello dei cambiamenti sociali, di cui già si vedono – nella realtà attuale- sintomi eloquenti e rispetto ai quali emerge la domanda sulla nostra adeguatezza ad affrontarli e gestirli.                    

Diapositive

Prima della rivoluzione

eravamo bambini

con occhi da adulti

sulle spalle del mare.

Andavamo in vacanza

in giacca e cravatta,

con donne del futuro

che insegnavano la vita

prendendoci le mani.

Prima della rivoluzione

l’inverno era frizzante

e il sole ci accoglieva,

la città cresceva selvatica

e incompleta di noi.

Sapevamo d’istinto

che cosa ci mancava

in quel mitico passato

che avremmo voluto realizzare.

E anche se abbiamo fallito

perché noi in realtà

non c’eravamo, adesso

che tutto è più difficile

c’è davvero l’urgenza di vivere

prima della rivoluzione.

L’altro elemento è costituito dalle implicazioni di questi cambiamenti sulle persone chiamate a viverli.

È nei tempi difficili, si dice,

che l’uomo dà il meglio di sé:

chi è cresciuto anonimo piano

chi è rimasto inespresso

chi ha covato un riscatto,

adesso può aspirare all’eroe.

L’uragano è una grande occasione.

Ma noi siamo pronti, allenati?

Galleggiamo gridando le giuste

parole, incuranti dell’acqua

col favore del vento?”

~

Ma che cos’è la rivoluzione? Luca non ha una sua ricetta pronta per l’uso, né ci fornisce una sua utopia.

Possiamo parlarne per approssimazione. E’ un’uragano? Certamente la tempesta rappresenta “una grande occasione”…

L’uragano

Anche nei tempi bui si canterà?

Anche si canterà. Dei tempi bui.

Bertold Brecht

L’uragano è arrivato all’improvviso,

centinaia di persone con in mano scatoloni

scendevano ordinate dagli uffici.

Qualcuno attaccato al telefono,

qualcuno con vestiti eleganti

e lo sguardo sarcastico nel vuoto.

L’uragano è per tutti, è democratico

ma peggiore per quelli senza casa

o con l’auto parcheggiata sulla strada.

L’acqua fruga fra le cose,

un orrore di curiosa eccitazione.

L’uragano arriva anche da noi,

il nostro non è un paese di uragani

ma abbiamo fatto tutto il possibile,

come fumare con impazienza e dedizione

che di rado non provoca un tumore…

~

ma –come dicono i versi- non può essere quello che auspichiamo, soprattutto perché questo drammatico cambiamento sembra “democratico”, ma –nella sostanza- non lo è perché è peggiore “per quelli senza casa o con l’auto parcheggiata sulla strada”.

Sicuramente questa rivoluzione prevede un drastico rifiuto delle generazioni precedenti:

Bamboccioni blues

Your old road is rapidly agin’…

For the times they are a-changin’

Bob Dylan

Voi ci spiegate

che le idee più cristalline

sono spesso solo amori

consumati, ma giocavate

a Monòpoli ubriachi

ipotecando la nostra

devozione, delle vostre

visioni emancipanti

sono rimaste bottiglie

per le strade.

Ci insegnate il buon senso

ed eravate imprudenti,

ci condannate al silenzio

e tifavate rivolta. Siamo

molti di meno di voi

e cerchiamo di non fare

rumore, ci piacerebbe cadervi

dalle tasche ma non abbiamo

una casa dove andare.

~

Vorremmo sfidarvi a duello

ma cambiate subito canale,

in questi tempi troppo complicati

non possiamo fare a meno di arrossire.

Quando spingerete in salita

noi vi parleremo di discesa

quando finirete la benzina

noi vi ruberemo le candele.

E mentre imboccherete esasperati

i nostri trisavoli immortali

noi vi riempiremo di bambini

che voi dovrete mantenere.

Non di dispute teologiche

né della forza del pensiero

non del rosso e del nero

né della polvere da sparo

avremmo bisogno

per la nostra rivoluzione.

Ma di occhi che ci guardino

senza ritegno

della febbre dei sogni

senza risveglio,

di essere noi

senza di voi.

Infine concludiamo questo nostro breve commento citando alcune “perle autobiografiche” contenute nei versi del libro:

Prima della rivoluzione

4.

Tu mi scrivi da fuori le mura

che non sarebbe difficile raggiungerti

ma la campagna non mi è mai piaciuta

e adesso è ancora più lontana.

Dicevamo che ci saremmo lasciati

solo per l’amore di una vita:

e qui la mia vita è cambiata,

ho vicino una donna da guerra…

Ora finalmente anch’io capisco

quello che tu stessa mi dicevi,

la semplice banale differenza

tra te che stai oltre la luna

e lei tutti i giorni qui con me

un attimo prima

della rivoluzione”.

Esilio

In questo aeroporto

di vetro e di acciaio

tutte le toilette sono pulite

e anche nel peggiore ristorante

si trova un fasciatoio.

Nella mia terra dolce che si sgretola

dal cemento spunta ferro morto

e non ci sono posti da bambini..

Il tempo degli dei

Nascondono abilmente gli dei

il lento passo del tempo (…)

Ciò che si attende non si verifica

dell’inatteso il dio trova la strada

Euripide

1.

Il nostro litigio di due estati fa

(quando io ti venivo a cercare

e tu giudicavi e sceglievi)

dopo nove mesi lunghissimi

è tornato al mare con noi,

con le nostre vite diverse

più calme e più nude nel sole…

In conclusione l’invito ad una lettura sicuramente affascinante!

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