E’ con grande soddisfazione, anche personale, che presentiamo in questo numero, nella sezione dedicata ai “sindacalisti/poeti”, Luca Visentini, amico e compagno di tante lotte sindacali a partire dagli anni ’90, in cui abbiamo militato nella stessa organizzazione, la Uiltucs, io con un incarico a livello nazionale, lui come segretario generale della categoria nel Friuli Venezia Giulia. Ora, come potete vedere nel box dedicato ad una sua breve biografia, Luca Visentini di strada, in campo sindacale, ne ha fatta -e tanta!- visto che in questi giorni (29 settembre/2 ottobre 2015) sarà eletto –nel Congresso che si terrà a Parigi- segretario generale della Ces (Confederazione europea dei sindacati), in quanto già designato, a maggioranza, come candidato unico dall’Esecutivo della stessa Confederazione. |
BIOGRAFIALuca Visentini nasce a Udine 46 anni fa.
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Qui parliamo del suo ultimo libro di poesie “Prima della rivoluzione”.
Sono due i risvolti che ci vengono prospettati. Il primo è quello dei cambiamenti sociali, di cui già si vedono – nella realtà attuale- sintomi eloquenti e rispetto ai quali emerge la domanda sulla nostra adeguatezza ad affrontarli e gestirli.
Diapositive
Prima della rivoluzione
eravamo bambini
con occhi da adulti
sulle spalle del mare.
Andavamo in vacanza
in giacca e cravatta,
con donne del futuro
che insegnavano la vita
prendendoci le mani.
Prima della rivoluzione
l’inverno era frizzante
e il sole ci accoglieva,
la città cresceva selvatica
e incompleta di noi.
Sapevamo d’istinto
che cosa ci mancava
in quel mitico passato
che avremmo voluto realizzare.
E anche se abbiamo fallito
perché noi in realtà
non c’eravamo, adesso
che tutto è più difficile
c’è davvero l’urgenza di vivere
prima della rivoluzione.
L’altro elemento è costituito dalle implicazioni di questi cambiamenti sulle persone chiamate a viverli.
“È nei tempi difficili, si dice,
che l’uomo dà il meglio di sé:
chi è cresciuto anonimo piano
chi è rimasto inespresso
chi ha covato un riscatto,
adesso può aspirare all’eroe.
L’uragano è una grande occasione.
Ma noi siamo pronti, allenati?
Galleggiamo gridando le giuste
parole, incuranti dell’acqua
col favore del vento?”
~
Ma che cos’è la rivoluzione? Luca non ha una sua ricetta pronta per l’uso, né ci fornisce una sua utopia.
Possiamo parlarne per approssimazione. E’ un’uragano? Certamente la tempesta rappresenta “una grande occasione”…
L’uragano
Anche nei tempi bui si canterà?
Anche si canterà. Dei tempi bui.
Bertold Brecht
L’uragano è arrivato all’improvviso,
centinaia di persone con in mano scatoloni
scendevano ordinate dagli uffici.
Qualcuno attaccato al telefono,
qualcuno con vestiti eleganti
e lo sguardo sarcastico nel vuoto.
L’uragano è per tutti, è democratico
ma peggiore per quelli senza casa
o con l’auto parcheggiata sulla strada.
L’acqua fruga fra le cose,
un orrore di curiosa eccitazione.
L’uragano arriva anche da noi,
il nostro non è un paese di uragani
ma abbiamo fatto tutto il possibile,
come fumare con impazienza e dedizione
che di rado non provoca un tumore…
~
…ma –come dicono i versi- non può essere quello che auspichiamo, soprattutto perché questo drammatico cambiamento sembra “democratico”, ma –nella sostanza- non lo è perché è peggiore “per quelli senza casa o con l’auto parcheggiata sulla strada”.
Sicuramente questa rivoluzione prevede un drastico rifiuto delle generazioni precedenti:
Bamboccioni blues
Your old road is rapidly agin’…
For the times they are a-changin’
Bob Dylan
Voi ci spiegate
che le idee più cristalline
sono spesso solo amori
consumati, ma giocavate
a Monòpoli ubriachi
ipotecando la nostra
devozione, delle vostre
visioni emancipanti
sono rimaste bottiglie
per le strade.
Ci insegnate il buon senso
ed eravate imprudenti,
ci condannate al silenzio
e tifavate rivolta. Siamo
molti di meno di voi
e cerchiamo di non fare
rumore, ci piacerebbe cadervi
dalle tasche ma non abbiamo
una casa dove andare.
~
Vorremmo sfidarvi a duello
ma cambiate subito canale,
in questi tempi troppo complicati
non possiamo fare a meno di arrossire.
Quando spingerete in salita
noi vi parleremo di discesa
quando finirete la benzina
noi vi ruberemo le candele.
E mentre imboccherete esasperati
i nostri trisavoli immortali
noi vi riempiremo di bambini
che voi dovrete mantenere.
Non di dispute teologiche
né della forza del pensiero
non del rosso e del nero
né della polvere da sparo
avremmo bisogno
per la nostra rivoluzione.
Ma di occhi che ci guardino
senza ritegno
della febbre dei sogni
senza risveglio,
di essere noi
senza di voi.
Infine concludiamo questo nostro breve commento citando alcune “perle autobiografiche” contenute nei versi del libro:
“ Prima della rivoluzione
…
4.
Tu mi scrivi da fuori le mura
che non sarebbe difficile raggiungerti
ma la campagna non mi è mai piaciuta
e adesso è ancora più lontana.
Dicevamo che ci saremmo lasciati
solo per l’amore di una vita:
e qui la mia vita è cambiata,
ho vicino una donna da guerra…
Ora finalmente anch’io capisco
quello che tu stessa mi dicevi,
la semplice banale differenza
tra te che stai oltre la luna
e lei tutti i giorni qui con me
un attimo prima
della rivoluzione”.
Esilio
In questo aeroporto
di vetro e di acciaio
tutte le toilette sono pulite
e anche nel peggiore ristorante
si trova un fasciatoio.
Nella mia terra dolce che si sgretola
dal cemento spunta ferro morto
e non ci sono posti da bambini..
Il tempo degli dei
Nascondono abilmente gli dei
il lento passo del tempo (…)
Ciò che si attende non si verifica
dell’inatteso il dio trova la strada
Euripide
1.
Il nostro litigio di due estati fa
(quando io ti venivo a cercare
e tu giudicavi e sceglievi)
dopo nove mesi lunghissimi
è tornato al mare con noi,
con le nostre vite diverse
più calme e più nude nel sole…
In conclusione l’invito ad una lettura sicuramente affascinante!