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L’inverno, in quest’anno ancora terribile, ci spinge a riflettere sul senso del morire e del rinascere: i sacrifici non sono invano. -parte seconda-

di Antonio Vargiu

Queste poesie parlano di solitudine del “tempo d’inverno”, che però è anche un momento fecondo in cui il seme muore, ma inizia a rinascere e c’è speranza che tornerà l’alba con la sua luce.

Si aprono quindi spiragli di felicità, che bisogna saper cogliere.

 

Non cerco le rose a gennaio

Non cerco le rose a gennaio,

mi basta la luna e le stelle

di ghiaccio sopra gli alberi spogli.

Non cerco le rose a gennaio,

ma non dire

che la stagione è morta.

 

La gloria delle foglie d’autunno,

il suono di mille violini,

sono solo un ricordo.

 

Ma quello che marcisce

sotto la coltre di neve,

oh, quello che marcisce

sotto la bianca coltre di neve,

non è invano.

Nel silenzio solo un uccello solitario,

ancora di più il nostro cuore,

in attesa dell’alba.

 

 

Gennaio a Roma

 

Il cielo su Roma è così azzurro,

ghiaccio indaco il mese di gennaio.

Di questi colori ne farò un cammeo

per incorniciare il tuo volto sorridente.

 

Un altro giorno nella tasca dei ricordi:

mi farà compagnia

il loro allegro tintinnio.

 

Notte di febbraio

 C’è a volte un dolore nascosto

nella terra ammantata di neve,

nella luna solitaria,

nel volo di un uccello notturno,

nella corteccia rigonfia di linfa,

nel ricordo che nel cuore preme,

una notte di febbraio.

 

Bologna

Al gelido vento che azzurra la città

sembrano tutte trasparenti

le figure che popolano la piazza.

Un poco turba il lento incedere dei bus

la domanda di chi, nel freddo inverno,

stende la mano.

Da gioie e dolori cuori levigati

riflettono gli squilli del sole.

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