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Riteniamo sia molto istruttivo ripercorrere, in estrema sintesi, la strada che ci ha portato, in extremis, a raggiungere l’accordo con Bruxelles sui conti pubblici italiani (accordo doveroso in quanto facciamo parte dell’area “euro”).

Partiamo da uno dei “protagonisti” (in positivo o in negativo lo decidano i nostri lettori), Matteo Salvini.

I “grafomani”

“Ci sono dei grafomani a Bruxelles che ci scrivono letterine e noi educatamente rispondiamo, ma non ci muoviamo di un millimetro. Chi è in torto è l’Unione europea che nei trattati dice che devono essere garantite piena occupazione e diritti sociali, ma se non ci fa spendere come li garantiamo?”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, a Pratica di Mare dove ha accolto un gruppo di migranti arrivati con un corridoio umanitario.

Il Fatto Quotidiano 14 novembre 2018

Abbiamo già visto nell’articolo precedente, presente in questo stesso numero, quanto questi atteggiamenti abbiano pesato in negativo sull’economia italiana, ma tant’è.

Le “letterine” sono poi diventate 12 (chissà perchè). Salvini: Bruxelles può mandare 12 letterine, ma la manovra non cambia, noi tiriamo dritto. “Quello in atto è un attacco all’economia italiana” spiega il vicepremier.

Dopo queste dichiarazioni la Borsa di Milano rallenta – dopo un avvio in alzo – e lo spread torna a superare quota 300. Dombrovskis avverte: “non si può curare il problema del debito con più debito”.

La “prodezza” dell’europarlamentare leghista: il caso della ‘scarpa’ di Ciocca.

    scarpa

 

“In un primo momento si sorride e si banalizza perché è ridicolo, poi ci si abitua a una sorda violenza simbolica e un giorno ci si sveglia con il fascismo. Restiamo vigili! La democrazia è un tesoro fragile”. Lo scrive su Twitter il Commissario europeo agli affari economici Pierre Moscovici commentando l’azione dell’eurodeputato leghista Angelo Ciocca che ha preso i fogli della relazione di Moscovici e li ha “battuti” con una scarpa.

Castelli (Mov.5 Stelle): “nessuna revisione della manovra. Abbiamo detto la verità sui numeri” La conferma che non ci sarà alcuna “revisione” della manovra arriva anche dal sottosegretario all’economia, Laura Castelli che spiega: “Abbiamo detto la verità sui numeri e non facciamo come i governi precedenti che sparavano cifre esilaranti per poi ottenere norme catastrofiche”.

“Nella sua risposta alle osservazioni che avevamo avanzato la scorsa settimana, il ministro Giovanni Tria non ha cambiato i numeri e non ha risposto alle nostre tre domande – ribadisce Pierre Moscovici, Commissario agli affari economici Ue in una intervista a “Repubblica”-. D’altra parte assume chiaramente che la manovra si muove fuori dalle regole. Per questa ragione consideriamo il Dpb (Documento programmatico di bilancio) una chiara e pianificata deviazione significativa rispetto agli obiettivi concordati e sottoscritti dallo stesso governo Conte a giugno.

Il che spiega il perchè chiediamo un nuovo bilancio entro il 13 novembre e seguiamo le procedure per convincere il governo a farlo”. “In effetti non è mai successo prima dalla nascita dell’euro, ma non è la fine della storia. Anzi, siamo ancora in un processo di dialogo costruttivo, sebbene all’interno di un quadro chiaro e di una decisione forte e senza precedenti – sottolinea Moscovici -. La mia porta è sempre aperta e spero che il governo italiano ascolti questo messaggio”.

Siamo arrivati quindi al 5 giugno u.s.

Come previsto la Commissione europea ha raccomandato ai governi dell’Unione l’avvio di una procedura di infrazione contro l’Italia. L’infrazione riguarda l’elevato livello del debito pubblico, che non è stato ridotto e attualmente è al 132,1% del Pil.

La regola del debito “non è stata rispettata” nel 2018, nel 2019 e non lo sarà nel 2020, e quindi “è giustificata” una procedura per debito eccessivo scrive la Commissione Ue nel rapporto sul debito italiano. Per Bruxelles il rallentamento economico “spiega solo in parte l’ampio gap” nel rispetto della regola, e la “retromarcia” su alcune riforme pro-crescita del passato, come quella delle pensioni, e il deficit proiettato oltre il 3% nel 2020, rappresentano “fattori aggravanti”.

La Commissione si aspetta che il debito italiano salga sia nel 2019 sia nel 2020 oltre il 135%, anche a causa di “un avanzo primario in discesa, e privatizzazioni non raggiunte”. “Sebbene restino limitati i rischi di rifinanziamento nel breve termine, il debito pubblico resta una fonte di vulnerabilità dell’economia italiana”, avvertono da Bruxelles.

Per capire le conseguenze della procedura basti pensare che l’Italia era a rischio di “tutela economica” da parte dell’Unione Europea per almeno 5 anni, con una serie di controlli semestrali sull’andamento dei conti e con obiettivi annuali di taglio del deficit strutturale da rispettare.

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Commento di Salvini: “Mi rifiuto di pensare che uno dei Paesi che paga di più nell’Ue venga sanzionato come l’ultimo della classe per aver rispettato regole europee che ci stanno portando, disoccupazione, precarietà e debito”. Così Matteo Salvini sul rischio che l’Ue avvii una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per debito eccessivo. “Non la prendo nemmeno in considerazione questa ipotesi. Se arrivasse sarebbe evidentemente un attacco politico basato su antipatia politica e non sui numeri”, ha aggiunto Salvini.

Ovviamente sembra che Salvini non abbia una concezione “pitagorica” della matematica e dei numeri, visto che quelli che abbiamo citato per lui non contano niente.

 

 Alla fine -3 luglio 2019- l’intesa.

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Anche se in extremis le “letterine” di Bruxelles sono state lette e si è dovuta dare -da parte del governo italiano (di cui sembra far parte ancora il vicepresidente Matteo Salvini)- una precisa risposta.

E’ la cosiddetta “manovrina” di luglio.

«Avevamo posto tre condizioni – ha detto il commissario agli affari economici Moscovici – dovevamo compensare lo scarto per il 2018, quello del 2019 dello 0,3% e ottenere garanzie sul bilancio 2020. Il Governo ha approvato un pacchetto che risponde alle nostre tre condizioni e quindi la procedura per debito non è più giustificata».

I tagli: 7,6 miliardi di euro.

Ed ecco i tagli e minori spese operati dal governo con il disegno di legge di assestamento 2019 (tabella ufficiale).

Il congelamento di 1,5 miliardi di spese è il frutto di un minor utilizzo delle risorse stanziate per Reddito di Cittadinanza e Quota 100 per effetto di domande inferiori alle previsioni.

 

DDL DI ASSESTAMENTO 2019

in mln di euro

Maggiori entrate
di cui
entrate tributarie
entrate contributive
altre entrate correnti e in conto capitale
+6.240

+2.900
+600
+2.740

Minori spese +1.020
Maggiori spese

Fondo sviluppo e coesione
“Bonus diciottenni”
Funzionamento Agenzia delle Entrate
Trasporto pubblico locale
Altre spese

-1.154

-500
-100
-50
-300
-204

Riduzione dell’indebitamento netto 2019 +6.106
DECRETO-LEGGE DI MONITORAGGIO DEI RISPARMI WELFARE +1.500
Congelamento fondi da mancato utilizzo risorse disponibili
EFFETTO COMPLESSIVO DI RIDUZIONE DELL’INDEBITAMENTO NETTO 2019 7.606

 

Il conseguente aggiustamento strutturale di bilancio sarà pari a oltre 0,3 punti percentuali di PIL (a fronte di un peggioramento di 0,2 punti percentuali previsto nell’accordo di dicembre).

Per adesso questa manovra ha soddisfatto le richieste della Commissione europea, la quale però – e lo ha messo nero su bianco-  continuerà «a monitorare molto da vicino» l’evoluzione dei conti pubblici italiani, in attesa di ricevere in autunno la Finanziaria del 2020.

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Come si sa “il postino suona sempre due volte” e qualcuno -al là di battute che lasciano il tempo che trovano- ha dovuto aprire, leggere le “letterine” e comportarsi di conseguenza.

 

Ma i lavoratori italiani incominciano ad essere stufi di essere presi in giro! 

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          primo-maggio-2019

 

 

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