Print Friendly, PDF & Email

«In questo villaggio chiamato Hengdian, ognuno può toccare il vento, l’acqua, il cielo e le nuvole»

Parliamo qui, a mio parere, di uno di quei miracoli che solo la poesia è in grado di fare: trasformare la vita di una persona, valorizzando quello spirito che travolge con sé tutte le “impossibilità della carne”.

  Per parlare di Yu Xiuhua ci serviamo del bell’articolo scritto da Sara Wielich sul sito “Cina in Italia”: “Descritta come “la poetessa affetta da una paralisi cerebrale” e “la Emily Dickinson cinese”, Yu Xiuhua è stata scelta come vicepresidente dell’associazione degli scrittori della città di Zhongxiang, nella provincia dello Hubei. Yu, ha raggiunto il successo solo all’età di 39 anni, facendo la sua comparsa sul social network  WeChat dopo che una rivista poetica aveva ritwittato una sua poesia tratta dall’opera Crossing big China to sleep with you.

yu-xiuhua-china1

Il padre Yu Wenhai dice di lei: «Ogni volta che avevamo ospiti, la vedevo allontanarsi strisciando lungo il crinale del campo. Ho sempre pensato che scrivesse per riuscire a dimostrare qualcosa». Per renderle possibile frequentare normalmente la scuola, è sempre stata aiutata dai suoi genitori e supportata dal fratello minore; è stato infatti, proprio durante il periodo scolastico che ha scoperto di poter trovare sollievo nella scrittura di poesie. In un componimento che scrisse al tempo delle scuole medie, e con il quale vinse un premio scolastico, aveva paragonato se stessa ad una stella senza luce. La poetessa ha lasciato il liceo proprio un anno prima del diploma finale e più tardi si è sposata con un uomo che, per sua stessa ammissione, non aveva scelto per amore. I due si separarono presto e l’unico positivo frutto di questa infelice unione, è il loro figlio, che al momento frequenta l’università. Riflettendo ora, a distanza di anni, Yu si sente di dire che non ha intenzione di rassegnarsi alle avversità.

Ogni giorno, dopo aver portato a termine i lavori nella cura degli animali, prepara carta e penna per fuggire nel suo mondo interiore. Yu non può svolgere mansioni troppo pesanti o complesse a causa della sua malattia. Quando non era ancora diventata una poetessa, falciava i campi e dava da mangiare ai conigli; infatti, Yu ha una grande passione per i conigli e soffre ogni volta che ne vede morire uno. «Falciare i campi, prendersi cura dei conigli e sentirsi tristi per la loro morte, queste sono le prove della vita di un contadino», recita un estratto dalla sua opera I Am the Part Which Poems Cannot Tell .

«Il mio corpo mi trascina con sé da 38 anni, ne sono irrimediabilmente dipendente, ma ci odiamo profondamente l’un l’altro- scrive -. Alcuni mi chiedono quale sia il mio sogno, e io rispondo: essere in grado di vivere bene e di scrivere buone poesie. Le poesie che scrivo appartengono soltanto a Yu Xiuhua, non alla Yu Xiuhua affetta da paralisi cerebrale, né alla contadina Xiu Hua». Il successo non l’ha cambiata, è consapevole che potrà continuare a crescere l’interesse per lei proveniente dall’esterno, ma che solamente la sua terra natale e i suoi scritti le terranno costantemente compagnia”.

 

Qui vi proponiamo la lettura di una delle sue più celebri e belle poesie e, nello stesso tempo, vogliamo ringraziare la rivista Poesia, rimasta in vita per gli sforzi e la dedizione del suo editore e direttore responsabile, Nicola Crocetti, che dedica alla poetessa cinese, nel suo numero di ottobre, una pagina molto ben documentata.

Ho attraversato mezzo paese per dormire con te

In pratica non c’è alcuna differenza tra me che dormo con te e tu che dormi con me.

E’ soltanto la collisione di due corpi: si crea una forza, e sotto vi sbocciano i fiori.

Confondiamo la falsa primavera dei fiori con un nuovo inizio della vita.

In Cina succedono molte cose:

si svegliano i vulcani, si prosciugano i fiumi, si dimenticano prigionieri politici ed

esuli,

ovunque il veloce cervo milu e le gru sono nel mirino dei fucili.

Ma io sfido la pioggia di proiettili per dormire con te.

Concentro in un’unica alba infinite notti buie per dormire con te.

Mi frantumo in innumerevoli me stesse e corro per dormire con te.

Potrei essere fuorviata da uno sciame di farfalle,

credere che gli elogi annuncino l’arrivo della primavera,

non riconoscere neppure il luogo da cui vengo, Hengdian.

Eppure, per me, queste sono tutte ottime ragioni perché io dorma con te”.

E ancora:

Sopporto in qualche modo la profonda solitudine

Sopporto in qualche modo la profonda solitudine,

l’accecante solitudine,

la solitudine che non può essere rimpianta.

Non so dove mi porta il destino.

E’vero: c’è sempre un domani.

Peccato che ci sia sempre un domani.

Share This: