DAL SETTORE DEL LEGNO UNA VARIANTE AL NUOVO MODELLO CONTRATTUALE: “SALARIO: AUMENTI PIU’ CERTI, WELFARE: QUELLO “TRADIZIONALE” ”.
Il 13 dicembre u.s. è stata sottoscritta, tra i sindacati FenealUil, Filca Cisl, Fillea Cgil e Federlegno, l’ipotesi di rinnovo del ccnl legno arredo industria.
Vogliamo sottolineare come, ancora una volta, è stato battuto lo schema, ipotizzato da una parte del mondo politico ed imprenditoriale, basato sull’eliminazione di uno dei due livelli tradizionali di contrattazione e, segnatamente, di quello nazionale, magari sostituito con il salario minimo (ma proprio minimo!) definito per legge.
La soluzione trovata per i 250 mila addetti del settore la potremmo così sintetizzare: un pò più di certezze sul salario e un pò meno di sperimentazione avanzata sul welfare rispetto a quanto realizzato -nel loro rinnovo- dai metalmeccanici.
I principali punti dell’ipotesi di accordo
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Durata del ccnl: triennale e decorrerà dal 1° aprile 2016 e scadrà il 31 marzo 2019 (con clausola di ultrattività).
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Aumento salariale
Nuovo metodo di calcolo dei minimi, basato su due criteri:
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una tranche di aumento fisso, non legato cioè ad alcuna variabile (“per rilanciare la domanda interna e i consumi”) pari a 35 euro al parametro 100 (46,90 al parametro medio) a partire dal 1° gennaio 2017;
la base di calcolo presa in considerazione per l’anno successivo, il 2018, sarà formata da pagabase+contingenza+edr.+3 scatti d’anzianità (23,85 euro), comprensiva dell’aumento di 35 euro parametro 100.
Dal gennaio 2018 tutte queste voci, comprensive della prima tranche di aumento, saranno rivalutate sulla base dell’inflazione ufficiale ipca integrale del 2017, il risultato ottenuto sarà ovviamente riparametrato da base 100 sugli altri parametri.
Le innovazioni quindi sotto il profilo salariale sono due: da una parte la base di calcolo che comprende anche tre scatti di anzianità medi e dall’altra la rivalutazione anche dei 35 euro ottenuti dal gennaio 2017.
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le altre tranches saranno legate all’aumento dell’inflazione calcolata secondo l’indice Ipca generale (compresi i prodotti energetici) dell’anno precedente; a tal fine le parti si incontreranno entro la fine di gennaio del 2018 e del 2019.
L’aumento ipotizzato nel triennio è di circa 75 euro a livello base (AE1) e 100 euro a livello medio (AS1).
La massa salariale erogata nel triennio sarà pari a 1.015 a livello base (AE1) e 1.360 a livello medio (AS1) per la prima tranche, mentre per le altre due tranche si ipotizza una cifra pari a 1304 a livello AE1 e a 1.748 euro a livello medio AS1.
Viene formalizzata la base di calcolo, che risulta così composta: paga base, contingenza, edr e tre scatti di anzianità.
Elemento di garanzia
Viene mantenuto e incrementato di 5 euro mensili, da gennaio 2017, passando dagli attuali 13 euro per 12 mensilità a 18 euro (totale 216 euro annui).
Come è noto, questo elemento viene corrisposto ai lavoratori privi di contrattazione aziendale e che non percepiscono altri trattamenti retributivi.
Viene confermato che i premi di risultato aziendali saranno totalmente variabili.
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Orari di lavoro
Si conferma l’utilizzo di orari di lavoro in regime di flessibilità (settimane “più lunghe” nei periodi di più intensa attività produttiva, con recupero e settimane più corte nei periodi di minor lavoro).
Nel caso in cui le aziende vogliano superare le 112 ore di flessibilità previste dal contratto nazionale, potrà essere definita una sperimentazione a livello aziendale, nei limiti della legislazione vigente e con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali attraverso un incontro informativo/preventivo in cui l’azienda spiega le motivazioni del ricorso alla flessibilità e concordano con le RSU le settimane di recupero delle ore in più effettuate.
Le ore lavorate oltre l’orario normale saranno pagate con una maggiorazione che va dal 14 al 20 per cento.
In tal modo è stata respinta completamente la posizione di Federlegno, che voleva obbligare al lavoro di sabato e di domenica, con una completa deregolamentazione e lo svuotamento del ruolo delle rappresentanze sindacali unitarie.
4.Welfare
Il rinnovo contrattuale opera su un welfare gia’consolidato e, per così dire, più tradizionale, i cui pilastri sono rappresentati soprattutto dalla previdenza ed assistenza sanitaria integrativa:
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Previdenza complementare
Il Fondo Arco vedra’, nel triennio, un aumento del contributo a carico della sola azienda pari allo 0,30 della retribuzione mensile ordinaria, raggiungendo complessivamente a regime (gennaio 2019) il 2,10%, mentre il contributo del lavoratore rimarrà fermo all’1,30%.
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Assistenza sanitaria integrativa
E’ previsto l’incremento del contributo che le aziende devono versare al fondo altea per ciascun lavoratore, che passerà dagli attuali 10 euro mensili a 15 euro (gennaio 2018), sempre per 12 mensilità.