UNA GIORNATA DI RIFLESSIONE PER RAFFORZARE IL RAPPORTO CON I LAVORATORI E RILANCIARE UNO STRUMENTO DI DIALOGO.
Non è stata una giornata qualsiasi quella con cui a Genova si è ricordato il quindicesimo “compleanno” della rivista della Uiltucs Liguria “Partecipare”.
La giornata non è servita, infatti, solo a dare una legittima soddisfazione a tutti coloro che hanno validamente contribuito a mantenere in vita e ad apportare continue migliorie alla rivista, ma anche per riflettere su quanto sia importante una comunicazione sindacato/delegati/lavoratori per mantenere una giusta sintonia ed essere in grado di capire ed affrontare i molti problemi del mondo del lavoro oggi, nel pieno di una crisi che tutti oggi dicono -a parole- che sta passando, ma di cui invece ne cogliamo la forte pesantezza che sta gravando e peggiorando le condizioni dei lavoratori, soprattutto nei settori di competenza della nostra Federazione.
A questo mi permetto di aggiungere un augurio, quello di mantenere sempre aperti i canali di comunicazione nelle due direzioni: perchè da una parte dobbiamo fornire strumenti tecnici e culturali di comprensione di un mondo del lavoro che si sta sempre più trasformando, ma dall’altro abbiamo assoluto bisogno che le esigenze espresse “dal basso”, dai nostri variegati posti di lavoro, trovino accoglienza e siano oggetto di riflessione e di rielaborazione nelle nostre strutture sindacali.
Sembra banale riproporlo, ma i lavoratori e la loro tutela sono la nostra “ragione sociale”, anzi, sono l’unica ragione per cui esiste un sindacato.
Qui di seguito ripropongo la parte del mio articolo, pubblicato sul numero celebrativo della rivista, riguardante la “parte sindacale”.
“PARTECIPARE”: UNO STRUMENTO DI INFORMAZIONE E DI CULTURA.
di Antonio Vargiu
Della rivista ho sempre apprezzato un fatto: quello di rivolgersi all’intera platea dei nostri militanti, a partire da quelli che operano direttamente sui luoghi di lavoro.
Da qui un linguaggio semplice -ma non semplicistico- che utilizza in pieno gli strumenti grafici (spazi, immagini, inserti ecc.) per renderne più accessibili i contenuti.
A quest’ultimo proposito c’è da dire che i temi trattati affrontano tutte le questioni direttamente connesse con le molteplici realtà di lavoro di competenza della nostra Federazione. Qui c’è la ricchezza e le sfaccettature dei nostri settori produttivi, che svariano dal commercio, moderno o polverizzato, al turismo -assai importante per la Liguria- a tutte le varianti del terziario, quello avanzato, ma anche quello umile (dalle colf alle addette alle pulizie, di cui continuiamo ad interessarci nonostante i silenzi della nostra confederazione).
Ma, come giustamente compare nel sottotitolo, la rivista parla anche di cultura, che poi significa riflessione su quanto facciamo non solo direttamente all’interno dei luoghi di lavoro, ma anche nella società.
Del resto la testata stessa, “Partecipare”, è diventata, per così dire, provocatoria: propugnare infatti oggi la “partecipazione” delle classi sociali nella vita del paese è vista come una pura e semplice utopia, come una cosa ormai fuori dall’orizzonte politico quotidiano.
Proprio per questo la rivista è stata e continua ad essere un vero e proprio strumento di battaglia, che sicuramente le amiche/ci e compagne/i della Liguria sapranno continuare a ben utilizzare , come fatto finora.
Non a caso su questa rivista ho potuto scrivere quello che considero uno dei miei articoli più belli: “Militare nella Uil: una testimonianza (1)”.
Articolo frutto della richiesta della redazione, che mi ha stimolato a ripercorrere la mia storia personale, una tra le tante vissute all’interno del nostro sindacato.
A quest’ultimo proposito vorrei aggiungere che le esperienze dei tanti militanti della nostra organizzazione, così come la formazione sindacale che andrebbe potenziata perchè significa investire sul nostro futuro, servono ad accrescere la consapevolezza delle nostre radici (e, non ultimo, a mostrare con i fatti che noi non siamo “una casta”).
(1) vedi su questo sito n.1, settembre 2014.