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dI Antonio Vargiu

Nel primo articolo abbiamo ricordato l’avventura umana di Cardenal. In questo secondo articolo vogliamo, invece, ricordare il poeta, considerato uno dei più grandi dell’America latina.

La sua produzione è molto ampia e, quindi, come al solito, ci limitiamo a ripubblicare alcune sue poesie – o, meglio, di alcuni brani di quelle scritte negli ultimi anni.

Qui la sua visione del mondo, molto vicina a quella del filosofo/teologo francese, Pierre Teilhard de Chardin, appare molto evidente.

Teilhard de Chardin -lo ricordiamo- era un “gesuita-scienziato” e le sue specializzazioni erano la geologia, la paleontologia e la paleoantropologia.

Visse in un’epoca in cui l’idea evoluzionistica del mondo veniva contrapposta all’idea del “dio-creatore”. All’opposto, Teilhard inserì questa idea all’interno del cristianesimo, laddove l’avvento di Cristo viene vissuto come un “punto alto” dell’evoluzione umana, tanto da rappresentarne il “punto omega”, cioè il punto finale a cui tende tutta la storia del “cosmo in evoluzione”.

Le due poesie che vi proponiamo sono molto belle ed importanti. Data la loro lunghezza, la prima sarà pubblicata integralmente, mentre della seconda pubblicheremo in questo numero solo l’inizio, il resto nei numeri successivi.

Il primo brano è comparso sulla rivista Limes a cura di Laura Canali (1), che l’ha accompagnata con un suo omaggio del tutto personale ed originale, una “mappa geopoetica”. L’autrice così la descrive:

mappa2

“Il componimento poetico di Ernesto Cardenal è stato d’ispirazione per questa mappa geopoetica perché descrive il Big Bang e di verso in verso, racconta il nascere del mondo, della vita e dell’amore, forza motrice di ogni creazione.

Il mio disegno ha come figura focale il Centroamerica, patria del poeta Cardenal. Ma nel cielo ci sono tracce dell’esplosione primordiale. Pianeti e lune in formazione,  stelle e meteoriti vicinissimi. Il Rio delle Amazzoni fluttua senza aver trovato ancora il suo posto nella geografia del mondo”.

Dal “Cantico Cosmico” (2):

In principio non v’era nulla

né spazio

né tempo.

L’universo intero concentrato

nello spazio del nucleo di un atomo,

e prima ancora meno, molto meno di un protone,

E anche meno ancora, un infinitamente denso punto matematico.

E fu il Big Bang.

La Grande Esplosione.

L’universo sottomesso a relazioni d’incertezza,

il suo raggio di curvatura indeterminato,

la sua geometria imprecisa

con il principio di incertezza della Meccanica Quantistica (…)

bigbang1

(…) E tirò fuori il suo pensiero nello spazio…

Non esisteva nulla, né esisteva il nulla.

Fra giorno e notte non v’era limite…

La moltiplicazione della vita per divisione

e all’improvviso il contrario: l’unione. Non sappiamo

quando né come, in che microscopico, quasi invisibile

paradiso

si unirono due cellule qualunque

tra migliaia di milioni d’altre.

La rivoluzione più grande successa sulla terra.

Tremilacinquecento milioni d’anni fa

Già c’erano cellule che avevano conosciuto la sessualità.

(…)

 

 

 

La seconda poesia, che è un vero e proprio poema, fu donata circa due anni fa (2018) al “Messaggero di S.Antonio” e da questi pubblicata in esclusiva.

“Accompagna il testo, un evocativo disegno di Valentina Salmaso, rimando a un’antica fiaba popolare, I sei ciechi e l’elefante, che dice l’importanza dell’ascolto e del saper accogliere il punto di vista dell’altro (3)”.

Noi accogliamo la “sfida” di pubblicarla interamente, ma, essendo molto lunga, la pubblicheremo “a puntate”. In questa maniera crediamo che la si possa apprezzare in maniera più profonda.

 

elef

Come in cielo così in terra

Miliardi di galassie con miliardi di stelle

(ci sono oltre centomila milioni di galassie)

la nostra galassia ha trilioni di stelle

è soltanto una di milioni di galassie

un gas stellare

e un gas di galassie

apro la finestra e guardo

le stelle da dove veniamo

sembra che l’universo abbia avuto uno scopo

nel quale c’entriamo noi

l’universo autocosciente:

polvere di stelle

che di notte può

guardare le stelle

Nati dall’esplosione di supernove

figli del Sole e del Sistema Solare

Abbiamo un ruolo nell’universo?

Io direi di sì

Siamo in un universo quasi vuoto

che per la maggior parte non si vede

circondati ovunque dal mistero

in mezzo a una materia che non vediamo

un universo quasi tutto invisibile

e cosa sia la materia non sappiamo

Ogni galassia si allontana da noi

quasi alla velocità della luce

luce che soltanto adesso arriva a noi

un universo di dimensioni sconosciute

forse con altri mondi che non vediamo

un milione di milioni di stelle

piccolissime ma che sono come il Sole

e la galassia stessa un punto nell’universo

insignificante per il cosmologo

Il Sole stella normalissima

in un angolo qualsiasi dell’universo

non siamo in esso per caso

Qualcosa di così immenso

può esistere senza uno scopo?

E milioni di umanità nell’universo!

Se da loro si è incarnato non sappiamo

la teoria del mondo creato per niente

O Dio ci amò

quindi c’è l’universo

Niente esiste da solo

essere è essere uniti

essere è essere con qualcuno

tutti connessi a tutto

e niente è scollegato

tutti gli esseri viventi imparentati

fummo uno solo nel Big Bang

e rimpiangiamo quell’unione

siamo un cosmo comunitario…

 

(Traduzione dallo spagnolo di Zingonia Zingone e Celina Moncada)

 

  • Laura Canali, Limes on line, 2 marzo 2020.
  • Ernesto Cardenal, Canto cosmico, Rayuela edizioni, 2012 (prima edizione in italiano).

 

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