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In questo periodo in cui si sta chiudendo una stagione, l’estate, per andare verso un’altra, l’autunno, che ci accompagnerà quasi fino alla fine dell’anno, colgo l’occasione per riproporre due mie poesie che mi auguro possano costituire anche un momento di riflessione serena su una fase di passaggio non solo dell’anno, che va declinando, ma anche della nostra vita.

La prima poesia è intitolata “I grilli” ed è riportata sulla quarta pagina del mio libro “Diario (d’amore, di lotta e…)

I grilli
I grilli
stupefatto silenzio:
la luna piena.

Non un alito di vento,
non un rumore di foglie,
non un segno d’autunno.

 

Siamo in una fase del mio modo di scrivere, in cui i sentimenti personali sono tutti filtrati ed espressi attraverso la natura e la sua bellezza.
Ogni parola, nel mentre esprime una sua propria bellezza, si rivela come “una pennellata” e un “suono” che si fonde in un insieme, come un notturno di pianoforte.
E’ l’ultima luna piena dell’estate, siamo tutti conquistati dal suo splendore, non ci sono segni che ci facciano pensare che questo momento sia destinato a passare. Ma, nel profondo, rimane la consapevolezza che questa stagione si avvierà, sia pure lentamente, alla fine.

 

La seconda poesia è intitolata Autunno

Autunno

La pannocchia azzurra dei giorni d’estate
s’è tutta sgranata.
Ora, sotto la pioggia che batte,
marciscono le foglie:
dolce canzone d’autunno,
lenta, pacata,
lenisci ogni dolore.

Solo, ogni tanto,
improvviso, furioso,
un abbaiare di cani
alla luna velata.

 

Qui siamo già in una atmosfera autunnale (non importa se non è così per il calendario). Siamo in un paese appenninico, le piogge, non ancora catastrofiche come le conosciamo oggi, segnano però la fine della pienezza dell’attività dell’uomo e l’inizio di una fase di riflessione su quello che è stato e che ha significato per noi.
La pioggia, in un certo senso, ci consola delle nostre sconfitte e dei nostri insuccessi. Ma non c’è mai rassegnazione …

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