La lettura che oggi consigliamo è quella di uno straordinario poeta nato nelle Isole di Santa Lucia nelle Antille.
Si tratta di Derek Walcott, proclamato premio Nobel per la letteratura nel 1992.
Poeta di viaggi, di mare, di stupore per tutti i diversi paesaggi che continuano a fare da scenario per il suo continuo cammino.
Da questo punto di vista è Odisseo, con la necessità interiore dell’esplorare, ma anche con l’ispirazione che continua a dargli sempre la sua isola natia.
Del resto ecco quanto dichiara intervistato dal giornalista della Stampa, Paolo Bertinetti (1):
Hanno qualcosa in comune la poesia epica greca, l’antico mondo classico, e la poesia e il mondo caraibico contemporaneo?
«Hanno in comune una cosa fondamentale: il mare. L’Iliade e l’Odissea sono senza tempo, come senza tempo è il mare. Non vorrei sembrare retorico. Ma chi vive in un’isola, in un arcipelago, deve essere consapevole della costanza del cambiamento del mare. Che è costante, è sempre lo stesso e sempre cambia. Lo stesso discorso vale per la poesia. Il paesaggio caraibico, il paesaggio marino dei Caraibi, e la sua bellezza, sono una fonte importante della mia poesia».
Il libro di cui consigliamo la lettura si intitola Egrette bianche (2), che sono una specie di aironi molto presente nelle isole caraibiche.
Per il poeta sono il segno vitale e il ricordo potente della propria terra, ma anche un segno di continuità, oltre la propria stessa vita:
«L’eleganza di quelle egrette bianche dal becco arancione,
ognuna una brocca che incede, gli olivi fitti,
i cedri che consolano la furia di un ruscello torrenziale
nella stagione delle piogge; in quella pace
di là dai desideri e di là dai rimpianti,
alla quale infine potrò forse arrivare,
con le palme che si afflosciano al sole come portantine
con sotto ombre tigresche. Saranno lì
dopo che la mia ombra con tutti i suoi peccati
sarà entrata in una verde boscaglia di oblio,
con lo spuntare e il calare di cento soli
sopra la Valle di Santa Cruz quando amavo invano».
Come abbiamo detto, Walcott è un uomo eternamente in viaggio: tra i paesi visitati anche l’Italia, cui dedica diverse poesie.
Qui ci piace riportarne una, dedicata alla storia e ai paesaggi –terra e mare- delle Marche:
«Sono stupefatto dai girasoli che roteano
negli enormi prati verdi sopra il mare indaco,
sbalordito dal loro aureo silenzio, sebbene cantino
con l’impercettibile brusio degli orologi sopra Recanati.
Davvero si voltano verso il tramonto, proprio come un esercito
obbedirebbe agli ultimi ordini di un impero in declino,
ruote bloccate sullo stesso solco prima delle stelle
imbullettate e del fuoco vagante delle lucciole,
poi si afflosciano a terra con lievi tonfi come meteore
esauste? Nella nostra vita altrove, i girasoli
crescono solitari, ma in questa regione costiera
puoi trovare interi campi del loro potere terreno
steso come il mantello di un principe rinascimentale,
le loro insegne avvizziranno, i loro elmi d’oro
riempiranno il vuoto».
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Paolo Bertinetti, La Stampa, 07/04/2012
(2) Derek Walcott, Egrette bianche, traduzione di Matteo Campagnoli, Adelphi, Milano 2015, pp. 189, euro 19.