Print Friendly, PDF & Email

 

Poche parole per introdurre questa poesia, che a nostro parere ben si adatta a questo periodo, quello del Natale, dedicato a profonde riflessioni sul destino dell’umanità.

Il tema centrale è dunque l’uomo, sempre in bilico tra la violenza che porta nel cuore, che genera guerre uccisioni massacri, e la sua capacità e possibilità di governare il mondo senza prevaricazioni e sfruttamenti.

Non si tratta di vedere la realtà con occhi ingenui, ma di avere fiducia negli “uomini di buona volontà”, che sappiano ritrovare e far prevalere valori come la pace e l’armonia con la natura.

 

Canto dal cuore della terra

 

Mentre, verso il centro della Galassia,

ad oltre

duecentoventi Kilometri al secondo,

viaggia la Terra,

 

qui, nella foresta amazzonica,

tra gli alberi che si innalzano

irridendo qualunque grattacielo,

corolle dai violenti colori

imitano piume di pappagallo,

uccelli dai becchi più strani

s’agitano insieme alle scimmie,

con movimenti solenni

strisciano serpenti

e occhi di predatori

hanno la leggerezza di rasoi.

 

Ancora con le risorse della madre,

al ritmo di questo immenso organismo,

vivono uomini.

Ma fino a quando?

 

In altri posti, dovunque le città,

ora geometricamente regolate,

ora, tra isole di ricchezza,

agglomerati sempre pulsanti,

e povertà e confusione e immondizia.

 

Pochi fanno soldi di carta,

intanto,

tra ciminiere e capannoni

bambini donne e uomini sfruttati,

cresce l’oriente:

anche per morire d’industria

il turno è cambiato.

 

Mentre, verso il centro della Galassia,

ad oltre

duecentoventi Kilometri al secondo,

viaggia la Terra,

dovunque il seme della vita,

dovunque il seme della morte.

 

Il metallico fiore della guerra

sparge il suo polline marcio

e cadaveri abbandonati per le strade.

Schegge impazzite, ma uomini ancora?

Di nuovo esodi biblici,

in cui

l’unica meta è l’altrove.

 

Verso il centro della Galassia,

ad oltre

duecentoventi Kilometri al secondo,

viaggia la Terra.

 

Certo ancora ci commuove

la balena che allatta,

ma perché sempre tifiamo

per il ghepardo che insegue la gazzella?

E’ questo il nostro peccato originale:

figli di una natura violenta,

quando vedremo il lupo

dimorare con l’agnello

o d’erba cibarsi il leone?

 

Un seme di speranza

è stato gettato,

è morto per rinascere,

di nuove terre è questa la promessa,

di nuovi cieli per i nostri orizzonti.

 

Verso il centro della Galassia,

ad oltre

duecentoventi Kilometri al secondo,

viaggia la Terra.

 

 

1) da Antonio Vargiu, Immenso e quotidiano, Phasar Edizioni, 2022.

Share This: