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di Antonio Vargiu

L’estate è la stagione migliore per guardare il cielo notturno, sia perché è il periodo in cui il bel tempo e l’assenza di nuvole favoriscono l’osservazione del cielo, sia perché abbiamo meno assillo per il lavoro e non dobbiamo preoccuparci di alzarci presto la mattina.

Quale migliore occasione, quindi, per riandare a leggere poesie in cui le stelle, in un qualche modo, sono protagoniste della “scena”?

Ecco quindi una piccola antologia preparata per voi (scusate, ma alla fine ne ho voluto inserire anche una mia).

Le stelle cadenti

Quale per li seren tranquilli e puri
discorre ad ora ad or subito foco,
movendo li occhi che stavan sicuri,
e pare stella che tramuti loco,
se non che da la parte ond’e’ s’accende
nulla sen perde, ed esso dura poco… 

Dante Alighieri

dal Paradiso – Canto XV

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La stella cadente

Quanno me godo da la loggia mia
quele sere d’agosto tanto belle
ch’er celo troppo carico de stelle
se pija er lusso de buttalle via,
ad ognuna che casca penso spesso
a le speranze che se porta appresso.

Trilussa

La notte bella

Quale canto s’è levato stanotte
che intesse
di cristallina eco del cuore
le stelle

Quale festa sorgiva
di cuore a nozze

Sono stato
uno stagno di buio

Ora mordo
come un bambino la mammella
lo spazio

Ora sono ubriaco
d’universo

Giuseppe Ungaretti

da “L’allegria”, Preda, Milano 1931

Devetachi, il 24 agosto 1916

Variazione

Lo stagno dell’aria
sotto il ramo dell’eco.
Lo stagno dell’acqua
sotto fronde di stelle.
Lo stagno della tua bocca
sotto una pioggia di baci. 

Federico Garcia Lorca

 

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Posso scrivere i versi più tristi stanotte

Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Scrivere, per esempio: “La notte è stellata,
e tremano, azzurri, gli astri, in lontananza”.
Il vento della notte gira nel cielo e canta.

Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Io l’ho amata e a volte anche lei mi amava.
In notti come questa io l’ho tenuta tra le braccia.
L’ho baciata tante volte sotto il cielo infinito.

Lei mi ha amato e a volte anch’io l’amavo.
Come non amare i suoi grandi occhi fissi.
Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Pensare che non l’ho più. Sentire che l’ho persa.

Sentire la notte immensa, ancora più immensa senza lei.
E il verso scende sull’anima come la rugiada sul prato…
*

Pablo Neruda

* è riportata solo una parte della poesia tratta da Venti poesie d’amore e una canzone disperata.

 

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Van Gogh, Notte stellata sul Rodano

Me ne vado passeggiando

Me ne vado passeggiando

in un paese lontano da casa.

Il cielo è un prato fiorito,

un torrente di fiori bianchi.

Ripenso ai miei amici:

come vorrei sentire

le loro care voci.

Antonio Vargiu

da Diario (d’amore, di lotta ecc.).

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