I. IL TFR IN BUSTA PAGA
1. La legge di stabilità 2015 (ex legge finanziaria), approvata in via definitiva dalla Camera il 22 dicembre u.s., ha stabilito, tra le varie misure, una possibile anticipazione del trattamento di fine rapporto.
La misura ha carattere “sperimentale”.
II. Come funziona
A richiesta del lavoratore, il Tfr che matura può essere inserito in busta paga e, quindi, erogato mensilmente.
La scelta, una volta fatta, riguarderà (in maniera irrevocabile) il periodo 1° gennaio 2015-giugno 2018. Il pagamento inizierà, probabilmente, da marzo 2015 (con pagamento delle quote arretrate), in quanto bisognerà comunque attendere un decreto attuativo e l’accordo con l’ABI (Associazione Bancaria Italiana) per finanziare le imprese che devono sostenere l’esborso anticipato del TFR.
III. Chi può effettuare la scelta:
- I lavoratori assunti da almeno 6 mesi (questo esclude molti lavoratori a tempo determinato), anche quelli che abbiano già scelto di aderire a forme di previdenza integrativa.
Chi è escluso:
- I lavoratori domestici, i lavoratori agricoli, i dipendenti di aziende in crisi (1) e i dipendenti pubblici.
N.B.
(1) “Il regime sperimentale non si applica per i datori di lavoro sottoposti a procedure concorsuali e per le aziende dichiarate in crisi di cui all’articolo 4 della legge 29 maggio 1982, n. 297 (legge di stabilità 2015)”. In quest’ultimo caso si parla di aziende “insolventi” anche nei confronti dei crediti dei lavoratori.
IV. La tassazione:
- sugli importi mensili sarà effettuato il prelievo fiscale applicando le aliquote Irpef ordinarie, con effetto, quindi, di alzare l’aliquota marginale (mentre il Tfr riscosso a fine rapporto di lavoro ha una tassazione separata e inferiore).
- l’inserimento in busta paga è sterilizzato solo ai fini del bonus degli 80 euro.
V. IL TFR IN BUSTA PAGA: MOTIVI E PROBLEMI.
- L’obiettivo del Governo è quello di mettere più soldi in busta paga, per incrementare i consumi e, quindi, dare un impulso alla crescita del prodotto interno lordo.
Ma
- Per raggiungerlo si utilizzano i soldi dei lavoratori, che oggi vengono impiegati o per far fronte a situazioni di difficoltà o per costruire una previdenza integrativa minimamente decente.
VI. COME SI COMPORTA LO STATO COME DATORE DI LAVORO? NON CONSENTE L’ANTICIPAZIONE.
Perchè?
Evidentemente, pur non volendolo ammettere, le misure compensative previste a favore dei datori di lavoro tenuti ad anticipare il Tfr non sono ritenute sufficienti dallo stesso governo.
Un allargamento al lavoro pubblico delle possibilità di anticipazione porterebbe, certamente, ad un immediato aggravio, assolutamente insostenibile, della spesa corrente dello stato.
VII. SIMULAZIONE SCELTA TFR IN BUSTA PAGA (studio UIL e CAF)
“Da una simulazione operata dalla Uil di Avellino Benevento in collaborazione con il Centro Fiscale CAF di Avellino, su tre diverse fasce di reddito si evince in tutti i casi una perdita secca di retribuzione per la scelta del TFR in busta paga.